In teoria questo articolo dovrebbe iniziare con me che mi lamento di non riuscire battere questo articolo al PC, visto che devo scostare un bel po’ di cocaina e spogliarellisti dalla tastiera, a seguito del sobrio party post risultati elettorali (no, non c’entra il 40% al PD). A quanto pare i miei parenti, impiegati come spugne per francobolli al provveditorato, dovranno rimandare l’appuntamento con la rivoluzione castigatrice di auto blu, vaccini e stampanti 2D.

Tuttavia è bene ricordare che mentre molti di noi, per un motivo o per un altro, stanno ancora riflettendo sul dato politico al ritmo di Maracaibo, il resto del continente ha dato un chiaro segnale alla UE, con un dito solo tra l’altro. Un sacco di Paesi, anche quelli in cui i gay, per tradizione, festeggiano le loro nozze trasformando la spazzatura in energia solare, hanno mandato in parlamento una pletora di fascisti, nazisti e nazionalisti di ogni risma.

Questo porta alla mia mente uno dei grandi dubbi che da tempo immemore mi affligge: ma perché negli Stati Uniti ogni volta che c’è una crisi epocale se ne escono fuori con un nuovo genere musicale e in Europa, invece, ci si inventa un nuovo crimine contro l’umanità?

Insomma, in America i poveri hanno sempre trovato una catarsi al loro dolore tramite il gospel, il blues, il jazz, il rock, l’hip hop, noi Europei sterminando un’etnia a seconda delle mode del momento.

Ci affanniamo a Strasburgo a dare il marchio di origine controllata ai finocchi, ai meloni e ad altri facili doppi sensi, quando quello che davvero l’Europa ha creato di originale in questo secolo sono cose come il totalitarismo, le camere a gas, la pulizia etnica, tra l’altro seguendo sempre lo stesso identico copione. C’è una grave crisi economica, i partiti tradizionali non sanno che fare, la gente è disperata, appare allora un partito nuovo che propone come assolutamente logica soluzione ad ogni problema lo sterminio di qualcosa a caso convincendo tutti. Poi passa la sbornia e puntualmente arriviamo a chiederci nel continente per quale razza di sindrome premestruale nei nostri giardini non ci sono più i nanetti di ceramica, ma i cadaveri dei vicini di casa ebrei, o croati, o con le Hogan.

Ora queste elezioni europee ci presentano di nuovo questo loop. Nonostante gli ospedali gratis, le scuole pubbliche, le giornate della memoria e via dicendo niente, proprio non ce la facciamo a credere che la causa della disoccupazione dilagante e dei redditi miseri siano le politiche neoliberiste, anzi, ci addormentiamo prima di finire di leggere questa frase.

Credo che quindi sia proprio questo il punto, il motivo per cui l’estrema destra ciccia e riciccia periodicamente: la destra a differenza della sinistra è divertente. L’estrema destra è la campanella della ricreazione, è la sbronza del venerdì sera, è il dito nel naso al semaforo rosso. L’estrema destra è il Lucignolo che periodicamente riappare per farci fare tutto quello che ci è sempre stato vietato.

Fateci caso: siamo stati educati fin da piccoli ad essere educati, tolleranti e rispettosi, anche se la cosa ci è costata svariate botti di rovere di Maalox. Le opinioni altrui si rispettano. Il diverso va conosciuto. Le mie libertà iniziano dove finiscono quelle degli altri. Il rispetto delle regole… e sì ok, tutto bellissimo, però non dopo due anni di cassa integrazione. Diciamo che a quel punto in Europa diventiamo tante Bridget Jones dinanzi all’ennesima delusione amorosa: sbrachiamo totalmente all’insegna dell’ echissenefrega, solo che invece di farci 13.000 sigarette e ottocento litri di Martini Dry ci facciamo 13.000 morti e ottocentomila profughi.

Ma d’altronde è bellissimo potere sfogare lo stress da colloquio di lavoro sapendo che c’è un partito che va incontro alle proprie esigenze del momento, tipo il bisogno di esporre agli altri le proprie idee politiche a colpi di cric sulle gengive, o quella di avere a noia la conoscenza del diverso, preferendo altresì annegarlo nell’acido, non necessariamente da morto. Noi europei sogniamo da sempre la libertà, ma non è meraviglioso quando qualcuno ci dà quella di sparare ai barconi di profughi nel Mediterraneo? O vogliamo mettere quanto distende le rughe del contorno occhi sapere che in un campo di concentramento possono finirci intere categorie di esseri umani, magari appena si è scoperto di essere rimasti incastrati nel parcheggio da un’auto in doppia fila?

Chiedo quindi una cosa alle cancellerie europee: basta applicare ricette economiche che oltre ad averla causata la crisi ora la dovrebbero risolvere, lo vedete che noi europei sfoghiamo il nostro leggero nervosismo ogni volta con un olocausto? O perlomeno, se la prospettiva di costruire l’ennesimo Museo della Memoria non vi spaventa, sappiate che Margaret Mazzantini un libro sulla guerra in Bosnia l’ha già scritto: dobbiamo per forza darle spunto per un nuovo romanzo?

[artwork by aMusoDuro]