Durante ogni campagna elettorale il mantra si ripete: creare una sinistra seria, riformista, alternativa al PD e aliena a ogni forma di compromesso.

Il processo avviene in maniera sempre identica secondo i seguenti 12 passi:

UNO

Discussione su come ricompattare tutta la sinistra italiana: le sigle, i cocci, i nostalgici; basta che non voglia stare nel PD, al massimo essere una sua potenziale alleata.

DUE

Apertura dei tavoli programmatici per aggregare tutti i soggetti sparsi della sinistra in Italia.

TRE

Appuntamento al Teatro Valle (o qualsiasi sala che abbia più di 500 posti, ma meno di 2000 o quando li riempi?), dove tutti i leader si dichiareranno entusiasti di partecipare alla fondazione della nuova sinistra italiana.

QUATTRO

Seguiranno le prime defezioni delle singole sigle che preferiranno:
a) rientrare nel PD,
b) morire da soli piuttosto che morire in compagnia di altri frammenti della sinistra italiana,
c) creare alternative nuove alle alternative della sinistra alternativa alla sinistra del PD.

CINQUE

Foto di gruppo da parte dei leader superstiti (di solito tra 2 e 4) e rassicurazioni sull’assoluta certezza che questa volta non sarà una semplice alleanza di cartello tipo “L’Altra Europa con Tsipras” o “Liberi e Uguali”, ma un soggetto politico nuovo e duraturo nel tempo.

SEI

Creazione di 8 gironi all’italiana, con scontri di andata/ritorno, per selezionare il nuovo leader della coalizione. Di solito un uomo delle istituzioni, preferibilmente un ex magistrato, incline ai valori della sinistra, amante dei film d’autore, auto-munito, bella presenza, lieve difetto fisico.

6 bis. Ovviamente un 50% di candidate donna. No, certo, non facciamo come gli altri. Un bel 50-40%. Ma pure un 35% dai, è sempre più degli altri.

6 ter. Almeno un 10 giorni di polemica inutile su argomenti tipo “Fassina conta come quota rosa?” e “Pippo Civati si nota di più se non fa la foto di gruppo o magari la fa, ma stando un po’ in disparte, magari di profilo?”.

SETTE

Presentazione di nome e simbolo. Il nome prevederà qualcosa di aggregante (altro, altra, insieme, uniti, abbracciati, tenendoci per mano), da unire alla parola “sinistra”: sinistra unita, l’altra sinistra, per una nuova sinistra, sinistra-sinistra unita, ci teniamo tutti per la mano sinistra e via dicendo. Il simbolo, invece, sarà il nome della coalizione su sfondo rosso scuro, rosso scarlatto, rosso sbiadito, rosso antico e via elencando fino ad esaurimento dei codici pantone. Una delle parole sarà comunque scritta con un font diverso, grassettata, in corsivo o stilizzata, tanto per far capire un certo impegno grafico.

OTTO

Seguiranno mesi di estenuanti dibattiti su cosa scrivere nel programma, e ci si renderà conto che non c’è un punto che sia uno in comune a più di tre soggetti presenti in sala.

NOVE

Tutti saranno comunque concordi nel volere un programma snello e comprensibile. Ne uscirà fuori un’enciclopedia in 40 volumi di cui nessuno vedrà mai la fine, e con capitoli scritti in propaganda antica, dai figli di Battiato (La disarticolazione delle masse proletarie nel primo periodo post-bellico; L’ondata neo-liberale dopo l’infusione del colonialismo e improvvisamente il GameBoy; La lotta sociale quando non c’era ancora il VAR e si poteva impennare con la Vespa tanto lavorava solo papà, e via delirando).

DIECI

Presentato il programma resteranno 2 settimane di campagna elettorale in cui parleranno di come la RAI non gli abbia dato sufficiente spazio nei suoi canali, di come il PD abbia cannibalizzato l’informazione, di come abbiano governato tutti male, di come un’altra politica sia possibile, un’altra Italia sia possibile, un’altra vita sia possibile, del confronto civile tra le parti senza dover gridare, senza doversi insultare, si però ora mi lasci parlare, io ti ho lasciato parlare, se m’interrompe ogni volta, non stai dicendo la verità, saranno gli italiani a decidere.

UNDICI

Finirà con il 3.78% su scala nazionale; un risultato che, se confermato, premia solo in parte i nostri sforzi, ma comunque attendiamo i dati definitivi. Un risultato da cui ripartire tutti insieme, un risultato che ci dà fiducia, un risultato che fa schifo al cazzo, come da 30 anni a questa parte.

DODICI

Seguirà la settimana di autocritica: era la prima volta che ci presentavamo sotto questo nome, probabilmente la gente non ha capito bene il nostro messaggio, l’astensione ci ha penalizzato, gli analfabeti funzionali ci hanno penalizzato, l’incertezza del futuro, la parola sinistra, l’assenza di falce e martello, la presenza di troppi simboli sulla scheda elettorale, le cavallette, i militanti già morti di vecchiaia e che non possono più votare nonostante la Costituzione non lo vieti, sì insomma, non è stata colpa nostra. Noi, comunque, faremo un’opposizione extraparlamentare durissima già a partire dalla prossima presentazione del libro di Concita De Gregorio: “Se anche l’ISIS raccoglie più consensi di tutti noi, un motivo ci sarà!” Ed. – Feltrinelli.

*

Grazie a tutti, ci rivediamo alla prossima tornata elettorale, con un nuovo simbolo, un nuovo nome, un nuovo programma, una nuova sinistra.